viaggio nel metaverso

Viaggio nel metaverso

Michele camminava per la città e non gli sembrava vero. Non gli sembrava vero di non dover guardare l’orologio ogni minuto, di non dover pensare a cosa dovesse fare di lì a breve. Era tutto a sua disposizione, persino una cosa sfuggevole per sua natura come il tempo. D’altronde Michele era sempre stata una persona un po’ansiosa e il suo lavoro di certo non aiutava. Neanche la sua città d’altronde, non aveva scelto Milano, Milano aveva scelto lui. Nel senso che in un modo o nell’altro era finito a fare il consulente marketing e la capitale d’Italia di questo mestiere così generico e diffuso è appunto il capoluogo lombardo. Tutto un tratto le giornate di Michele, che proveniva da un tranquillo paesino di Verona, erano diventate sempre più frenetiche, non riusciva a godersi niente. Era da quasi un anno a Milano e ancora praticamente non la conosceva.

Ora però si era concesso un lungo respiro, camminava e si sentiva leggerissimo, quasi come se il suo corpo non avesse peso e forma. Si sentiva cosi bene che salutava le persone per strada e gli altri lo ricambiavano, cosa impensabile per una metropoli come Milano. Gli sembrava quasi di essere in un sogno.

Ad un certo punto passeggiando Michele vede una palestra di yoga, gli sembrava impossibile essere più rilassato di come fosse in quel momento. Tuttavia era sempre stato un suo pallino provare una lezione per sciogliere quei muscoli stressat. Poi un po’ per la pigrizia, un po’ per la timidezza, un po’ per la proverbiale mancanza di tempo, non era mai riuscito a cimentarsi. Qui però gli sembrava tutto più semplice e decide di provare. Nella palestra con suo stupore Michele incontra gente proveniente da tutto il mondo, esperti e meno esperti da cui imparare o con cui confrontarsi. A Michele non sembrava vero, la sua timidezza era sparita quando provava una posizione davanti ai più capaci. Sfruttava la situazione eccezionale per fare conoscenza con persone da tutto il mondo, tutte molto disponibili e gentili.

Dopo la sessione di yoga Michele non si sentiva neanche particolarmente stanco, continua a passeggiare felice per la città finché non incontra un bivio. Da una parte in lontananza si poteva scorgere un giardino che sembrava quello delle favole, di quei luoghi in cui entri e ti senti in un istante tutt’uno con l’universo. Dall’altra parte c’era una fantastica spiaggia bianca, e in fondo si stagliava un mare incredibile quasi verde in certi punti, valorizzato ulteriormente dagli effetti dei raggi di sole sull’acqua. Michele decide che per oggi era stato abbastanza spirituale e se proprio doveva scegliere, a quel punto avrebbe scelto un bel bagno per poi asciugarsi sulla spiaggia. Una sequenza che Michele adorava, non si ricordava più da quanto tempo non andava al mare. Tutto d’un tratto gli era tornato in mente il piacere che provava ad asciugarsi al sole dopo un bel bagno.

Dopo aver preso il sole per un numero indefinito di minuti o ore chissà, un gruppo di ragazzi che giocava a pallone attira l’attenzione di Michele. Di solito non era mai stato molto bravo ad interagire con persone sconosciute, ma in qualche modo quel giorno tutto gli sembrava possibile. In poco tempo non solo riesce ad unirsi alla partita, ma fa amicizia con gruppo di ragazzi che lo invitano ad una escursione. Michele non era né un grande amante della natura, allergico per vocazione, né un grande camminatore. Eppure era tutto il giorno che camminava e si sentiva benissimo, la compagnia era divertente… perché no allora?

viaggio nel metaverso

La scelta si era rivelata felicissima. Non solo Michele non aveva sentito la fatica mista a noia che aveva provato le poche volte che si era fatto convincere a fare un’escursione, non solo non aveva starnutito tutto il tempo, ma si era divertito e aveva visto animali e piante che non pensava esistessero su questo pianeta.

Dopo aver salutato i suoi nuovi amici, si era fatto tardi o anche no, il tempo gli stava sembrando relativo oggi, in questo luogo. Girando Michele aveva visto che era possibile acquistare un biglietto per un concerto di un artista che lui non conosceva. Nel teatro comunque stavano entrando una marea di persone, probabilmente in questo posto era molto conosciuto. Michele si sentiva di buon umore, la giornata stava procedendo nel migliore dei modi e aveva una inedita voglia di socializzare, quindi perché non entrare. Era un concerto ska, molto godibile, quasi come un vero live e poi nonostante la folla, Michele riusciva a comunicare con chi voleva lì dentro: un occhiolino, una stretta di mano, un sorriso con un occhiale da sole o anche solamente un sorriso.

Uscendo da li però era un po’ stranito, interdetto. Cosa significava quello che aveva provato? Cosa significava che aveva la sensazione che il concerto fosse stato quasi “come un vero live”? Cerca di rilassarsi guardando le stelle entrando in una stanza, ma anche li a Michele vengono dei dubbi. Come ci è arrivato li dal concerto? Che tipo di stanza era quella, un osservatore astronomico? Da dove saltava fuori? A ben pensarci erano state tante le cose che non si era chiesto oggi, in nome del quieto vivere e della spensieratezza, ma come d’un tratto le domande e le ansie erano tornate a galla.

Quando Michele si toglie gli occhiali e spegne il dispositivo era finita la pausa pranzo. Si prende qualche minuto perché si sentiva sconvolto, questo viaggio nel metaverso era stata davvero coinvolgente e per un po’ si era dimenticato di essere in una “non realtà”, per realistica che fosse. Tutto d’un tratto a pensare al resto della giornata che lo attendeva e paragonandolo al viaggio nel metaverso, tutto gli sembrava stressante, ripetitivo e soprattutto terribilmente banale. Michele pensò che era stata una bella esperienza in fondo, ma in qualche modo sentiva una certa amarezza, si sentiva in realtà peggio di prima. Forse perché ora era un po’ più consapevole della sua realtà.

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